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Rifugio Brasca (Val Codera)
01/06/2017

  - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
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Alcuni anni fa un amico mi parlò, entusiasta, della Val Codera: lo aveva impressionato che in quel piccolo paese, Codera, benché non fosse raggiungibile da una strada asfaltata, vivessero ancora stabilmente due o tre famiglie; non aveva parole, poi, per descrivere la bellezza dei luoghi.

Da allora mi era rimasta la curiosità di visitare questo sito e finalmente, benché ci sia un bel viaggetto da fare in auto per arrivare in cima al lago di Como, precisamente a Novate Mezzola, da dove inizia il sentiero per Val Codera e Bresciadega, il gruppo escursionisti della Marinelli mi ha portato sin lì.

Ancora oggi i piccoli antichi paesi di questa valle, che attraverso passi alpini giunge fino in Svizzera, per superare le pendici delle montagne a picco sul lago, hanno come accesso, all’inizio, una mulattiera ripida, quasi tutta a gradoni di sassi, e di arriva a Avedee, poi si supera un dirupo con un sentiero tracciato in discesa e di nuovo si sale per arrivare a Codera. Più avanti la valle, che si disnoda a circa mille metri di quota, è ora percorsa da una lunga strada bianca, carrozzabile, che permette l’uso di fuoristrada e di moto a frequentatori autorizzati. Una teleferica trasporta le merci, all’occorrenza, dal piano al monte e una utile (ma antiestetica) piazzola per l’elicottero permette un rapido collegamento di merci e persone.

I paesini, oltre a Codera, si chiamano Avedee, Ganda, Corte, Beleniga, Saline, Stroppadura; hanno case in pietra, alcune molto ben ristrutturate ed hanno mantenuto il fascino delle costruzioni rurali, essenziali e ben inserite nel contesto paesaggistico. Ora, stabilmente, non credo ci abiti più nessuno, tuttavia in estate, o nei fine settimana, molti passano in questi luoghi le loro vacanze; prova ne sono le tante ristrutturazioni, la cura dei giardinetti, la fioritura sui balconi ed, in generale, l’ordine che vi si trova.

Ho letto con piacere un cartello che invitava a non attraversare i prati poiché erano adibiti allo “sfalcio”; questo significa che qui ci sono ancora contadini e mandriani, seppur stagionali, che invitano al rispetto del loro lavoro.

La Val Codera è davvero bella, oltre che interessante: dopo il primo ripido impatto con la montagna, dopo il lungo attraversamento di prati e radure, si passa per  fitti  e salutari boschi  fino ad arrivare nuovamente ai piedi di ripide pendici montane dove il Rifugio Brasca fa da punto di partenza per ben più impegnativi sentieri  alpini. Oltre ai prati fioriti ho visto molte ginestre nel pieno della loro fioritura e, oltre al serpeggiante fiume, lungo la strada ho apprezzato le numerose fontane d’acqua, la gentilezza del rifugista del   Bresciadega, il suono dei campanacci delle mucche al pascolo, la maestosità dei monti che ci sovrastavano e la forza delle cascate arricchite dalle ultime nevi sulle cime……

Abbiamo camminato per circa 20/21 chilometri ed il dislivello complessivo è stato di 1350 metri; il caldo sole nel pomeriggio, sui gradoni del ritorno ci ha messo a dura prova. Ma, prima di salire in auto, l’acqua fresca della fontana ed il tè con i biscotti dell’Armando ci hanno rimesso in sesto per affrontare il viaggio di ritorno.

                     Rosanna

Lunghezza percorso: 20 Km circa - Dislivello: 1000 mt 

Escursionisti: (15) Adriano, Alba B., Annamery, Armando, Fausto O., Nando, Gigi, Giovanna, Giovanni, Ida, Marilena, Marino, Patrizia R. Roberto, Rosanna,