Salta al contenuto principale
I sentieri del Monte Rena

I sentieri del Monte Rena Camminando tra Albino, Selvino e Aviatico

 il Monte Rena visto da Perola - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 panorama dal sentiero nr. 2 - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Merà - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 pascoli in località Merà - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 il Monte Rena visto dalla ciclabile della Valle del Lujo - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 nebbiolina sulla valle oltre Serio, vista dalle pendici del Monte Rena - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 la Cornagera - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Madonna del Narciso - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 neve sul sentiero - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 vista sul paese dopo una nevicata - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 sentieri del Monte Rena in veste invernale - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 vista panoramica sull'Oltre Serio - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 la chiesetta di Bondo Petello - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.

Introduzione

In questa sezione sono descritti i sentieri che, partendo dalla Chiesetta Della Visitazione di Maria Santissima ad Elisabetta, a Comenduno, conducono sul Monte Rena attraverso diversi percorsi che consentono di camminare nei vari ambienti del Monte Rena godendo spesso di belle viste panoramiche sul paese, sulla valle e sui monti circostanti.

Tutti questi sentieri sono facilmente percorribili, in tutte le stagioni dell'anno, grazie al costante lavoro di manutenzione svolto dal settore Sentieristica del Gruppo Sportivo Marinelli.

Per ogni singolo sentiero viene visualizzata la mappa, viene fornito un testo descrittivo in formato .pdf che può essere scaricato e stampato, viene descritto il tracciato suddividendolo in brevi tratti di percorso illustrati da una dettagliata sequenza fotografica e vengono fornite informazioni in merito al grado di difficoltà, alla lunghezza del percorso ed al dislivello totale. Il tracciato di ogni singolo sentiero è scaricabile in formato .gpx per favorire la percorribilità dello stesso.
I percorsi sono segnalati in loco con bolli gialli e con targhe segnaletiche complete di codice QR che consente di collegarsi, mediante smartphone, al nostro sito alla pagina relativa allo specifico sentiero.

Diversi percorsi si intersecano e si sovrappongono parzialmente; lasciamo all'escursionista scegliere come organizzare i propri punti di inizio e fine escursione.
Le mappe e le informazioni riportate nel sito per ogni singolo sentiero saranno disponibili anche in formato cartaceo reperibile gratuitamente presso la nostra sede e presso la Biblioteca Comunale di Albino.

"Camminando e salendo, magari anche con un pò di fatica, lungo questi sentieri, tutti potranno assaporare questa gioia indescrivibile per essere arrivati più in alto, ammirare magnifici panorami, guardarsi intorno e scoprire una flora ed una fauna ancora, fortunatamente, ricche" Così si esprimeva il Cav. Enzo Martinelli nella premessa della prima edizione cartacea della carta degli "Itinerari Escursionistici sul Monte Rena e dintorni". Anche noi, pubblicando questa versione aggiornata di tale carta, rivolgiamo l'augurio di assaporare la stessa gioa a chi percorre questi sentieri.

Itinerario n. 1Madonna del Narciso

Comenduno, Piazzetta Chiesa S. Maria
Comenduno, Piazzetta Chiesa S. Maria
circa 537 mt.
circa 537 mt.
circa 6.3 Km.
2.30h
375 m s.l.m.
765 m s.l.m.
E: (escursionistico)
Percorribile solo a piedi
Sentiero di media ampiezza con fondo roccioso agibile a tutti; il tratto delle scalette fisse e la discesa dalla Madonnina del Narciso richiedono attenzione. Percorso ad anello che sale alla Madonna del Narciso passando dalla Lapide Abele Marinelli e superando le scalette fisse. Dalla Madonna del Narciso si scende a valle passando dalla Madonna del Brandenì per poi scendere a Bondo e ritornare alla chiesetta di Santa Maria. Percorso caratterizzato da una salita abbastanza impegnativa e da diversi punti panoramici dai quali si gode un'ampia vista sulla valle Seriana e la valle del Lujo, nonché sul paese di Albino. Attraversa tutti gli strati del Retico medio e superiore e nella parte più alta, l'imponente fascia di rupi bianche non stratificate del tipo di scogliera del Retico superiore e del Lias inferiore. Dopo aver raggiunto la Madonnina del Narciso si ridiscende e si attraversano gli strati del Retico, senza tuttavia la possibilità di fare ritrovamenti degni di rilievo di reperti fossili.

Itinerario n. 2Croce di San Luigi

Chiesetta di Santa Maria, Comenduno
Chiesetta di Santa Maria, Comenduno
696 m
696 m
7300 mt.
escursionistico, ore 3.00 min.
375 m
1000 m
E: (escursionistico)
Percorribile solo a piedi
Sentiero agibile senza difficoltà, su fondo cementato fino al Pradèl, poi mulattiera, nel tratto iniziale in comune col sentiero 538, da cui si separa dopo circa 3100 mt. tagliando a sinistra attraverso prati e castagneti fino in prossimità della Croce di S. Luigi. In discesa dalla Croce, sentiero in pineta fino al bivio per la Madonnina del Brendenì attraversando più volte la Val Brendena e percorrendo infine il sentiero del Brandenì. Punti di interesse: Chiesetta di Santa Maria a Comenduno, Cappella degli Alpini, il Fontanì, Azienda agricola Battista Aquilini, Pradel, Merà (nei pressi), Col de Bates (nei pressi), Croce di San Luigi, Madonna del Brandenì (nei pressi)

Itinerario n. 3Periplo del Monte Rena

Chiesetta di Santa Maria, Comenduno
giro ad anello
11.300 mt.
escursionistico: ore 4.00 min.
Dopo aver attraversato la parte più vecchia del paese di Comenduno si imbocca un sentiero con media difficoltà fino in località Merà, mulattiera fino in Ganda (che è il punto più alto del percorso) prevalentemente in zona boscosa, poi torna sentiero che si snoda tra bosco e prato fino a Camocco. Prosegue quindi su terreno più roccioso passando nella zona sottostante la corna del Mesdé. Riprende poi il tracciato del N. 537 fino alle Grotte di Petello; quindi, percorre la strada della forestale e infine scende dal sentiero del Brendenì, utilizzato anche dall'itinerario N.2. Punti di interesse: Cappella degli Alpini Pé del Diaol Merà Ganda Camocco Chiesetta di Petello

Itinerario n. 4Poieto - Cornagera

16.700mt
escursionistico: ore 6.00 min.
Prevalentemente mulattiera con fondo roccioso, di media ampiezza, è agibile a tutti. L'intero percorso è il compimento dei sentieri 537 e 538. La parte più alta del percorso, oltrepassata Ganda, si sviluppa tra i prati raccordandosi al sentiero N. 522 per raggiungere il M. Poieto. Il passaggio interno alla Cornagera richiede un poco più di attenzione.

Itinerario n. 5Ama - Selvino

13.150 mt.
escursionistico: ore 4.30 min.
Inizialmente il tracciato su strada asfaltata segue quello dei percorsi N. 1-4-537 sino in località Cedrello, sopra Bondo Petello. Devia poi sulla sinistra e su mulattiere e sentieri attraverso la valle di Valgua, scende al laghetto sportivo “Le trote”' e risale lungo tutta la bellissima pineta del M. Nigromo sino a raggiungere l'abitato di Ama. Proseguendo su strada asfaltata giunge a Selvino, rinomato centro turistico della Valle Seriana. Lungo I'antica mulattiera discende la Valle dell'Albina sino alla Chiesetta della Madonna della Neve (sec. XV). Quindi di nuovo su strada asfaltata segue per quanto possibile il corso del torrente Albina per poi attraversarlo definitivamente nella zona del PERCORSO VITA ALBINESE. Infine, ritorna al punto di partenza passando attraverso il borgo della Ripa dove contrastano l'antichissimo Monastero con i nuovi insediamenti urbani.

Itinerario n. 6Sentiero Agostino Noris

Chiesetta di Santa Maria, Comenduno
idem
750 m nel punto max
750 m
8,7 km
350 m
960 m
E: (escursionistico)
Sentiero ad anello inaugurato il 21 settembre 2008 nell'anno del 55° G.S. Abele Marinelli. E' un percorso che attraversa il monte Rena quasi in orizzontale, toccando i tantissimi aspetti naturalistici e paesaggistici che lo contraddistinguono (geologia, flora, fauna, architettura rurale), in una escursione facile ed accessibile a tutti,

Itinerario n. 7Sentiero della Barchessa - Antonio Manganoni

Chiesetta di Santa Maria, Comenduno
idem
468 m (accumulato)
468 m (accumulato)
3,8 km
2 ore
375 m
830 m
E: (escursionistico)
Percorribile solo a piedi
Itinerario alla scoperta della valle della Barchessa, dedicato ad Antonio Manganoni ...... La prima parte del percorso è caratterizzata da alcuni tratti abbastanza ripidi, ma percorribili da tutti, per ampia parte immersi nel bosco. Il punto d'arrivo è rappresentato dalla Madonnina del Narciso. per il ritorno si può scegliere tra diverse alternative descritte qui sotto. PUNTI DI INTERESSE: Chiesetta di Santa Maria Cappella degli Alpini Valle della Barchessa Madonnina del Narciso

Itinerario nr. 8 - Sentiero del fruttetoDal Parco Martinelli al Frutteto Sociale

Parco Martinelli a Comenduno
Parco Martinelli a Comenduno
190 m
-190 m
Km 5.8
1 ora e 30 min
350 m s.l.m
490 m s.l.m.
E: (escursionistico)
Questo percorso è stato realizzato in collaborazione con il Frutteto Sociale. E' un percorso ad anello a carattere prettamente turistico, che si svolge in buona parte su asfalto o sterrato, percorribile dalle famiglie, in parte adatto anche con passeggini al seguito, mentre una parte che si svolge su sentiero non adatto ai passeggini può fruire di un percorso alternativo su asfalto, come indicato nella descrizione di seguito. Si parte dal Parco Martinelli a Comenduno, si transita dal presepio di Comenduno, si visita il Museo Etnografico della Torre, si visita la chiesetta della Visitazione di Maria Santissima ad Elisabetta (più nota come chiesetta di Santa Maria) e ci si inoltra sulle pendici del Monte Rena passando per la cappelletta degli Alpini, il Crocifisso e il Fontanì, si può fare sosta ad un'azienda agricola che vende formaggi di capra, si passa davanti alla Madonna della Brandena, si scende oltre l'acquedotto e ci si inoltra nel bosco per arrivare in zona Bruseto, si passa davanti alla chiesa parrocchiale e al cimitero di Bondo Petello ove ci si immetta sul Percorso Vita di Bondo e successivamente sul Percorso Vita di Desenzano (noto anche come Percorso Amico), per arrivare al Frutteto Sociale, punto principale del nostro percorso. Chi cammina con il passeggino al seguito, dopo aver superato l'acquedotto può evitare il tratto di sentiero nel bosco e arrivare al frutteto su strada asfaltata restando su Via Perola. Dopo la visita al Frutteto Sociale si può fare ritorno al Parco Enzo Martinelli percorrendo Via S. Alessandro, passare davanti alla chiesetta di Santa Maria e percorrere Via Briolini attraversando il centro storico di Comenduno per arrivare alla parte alta del Parco Enzo Martinelli.
 La chiesetta della Visitazione di Maria Santissima ad Elisabetta - XIV secolo - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 affreschi del XIV secolo all'interno della chiesetta della Visitazione di Maria Santissima ad Elisabetta - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.

Comenduno nella storia

Fra le prime popolazioni che abitarono la Valle Seriana vi fu quella di Comenduno. Comendù viene da OM o Hom (che significa stanza, dormitorio, balla per dormire) e da Dum (che è iberico ligure e significa recinto, siepe pastorale). Etimologie risalenti ad almeno 1000 anni avanti Cristo. 

Il Dum e il Den si trovano anche nell'antica parola Brandena, loclaità appena sopra il paese di Comenduno, il cui nome è formato da Bro (fontanile) e da Dena (recinto di baite o case).

La vallata del Serio all'altezza di Comenduno presenta una strozzatura di importanza strategica fortificata dai Galli Cenomani; solo nella bassa Valle Seriana a sud di Comenduno si trovano tracce di dominio Celtico.

Tombe di epoca romana sono state rinvenute nel 1880 e 1961; tra i reperti, oltre a lucerne e vasi, sono state portate alla luce monete romane conservate in parte presso il Museo di Bergamo e presso l'archivio della Sovraintendenza di Milano.

Il paese attraversò il periodo di massimo splendore dopo il 1200, quando fu dato in dono da Federico II ai nobili di "Comenduno", i quali dettarono legge anche ai paesi vicini.

Comenduno subì distruzioni all'epoca dei Guelfi e Ghibellii dopo le quali non raggiunse più l'antico splendore, come ricordato anche nel dizionario odeporico.

Nel centro storico del paese la chiesa di Santa Maria della visitazione a Elisabetta, la cui storia risale al 1350, è stata restaurata in epoca recente portando alla luce interessanti affreschi parietali,

Nei primi decenni di questo secolo si iniziò la costruzione della Chiesa Parrocchiale, in stile neoromanico, dedicata a Cristo Re con patrono S. Alessandro e consacrata dal Vescovo A. Bernareggi il 12 ottobre 1934

Collegamenti utili
da Wikipedia
cenni storici su Albino
Foto nr. 1 Salamandra pezzata - Salamandra Salamadra - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
Foto nr. 4 Tritone crestato - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Calopteryx splendes - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Cervi - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Crocothemis eritraea - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Faina - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Gambero - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Poiana - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Volpe - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Volpe - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
 Volpe - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.

La fauna

Gli itinerari proposti sul Monte Rena consentono interessanti osservazioni faunistiche che variano con i differenti ambienti che si incontrano; si passa infatti da zone secche ed assolate, prive di vegetazione arborea o addirittura rocciose, a freschi, umidi ed ombrosi boschi d'alto fusto. E poi ci sono le vallette e le forre percorse da corsi d’acqua molto suggestivi.

Gli Invertebrati

Chi frequenta i nostri sentieri motivato da interesse per la natura e in particolare per la fauna potrà ricavare esperienze interessanti anche dall’osservazione delle creature più piccole, gli invertebrati, che sono anche i più numerosi e facili da osservare, spesso anche da molto vicino. Molluschi, aracnidi e soprattutto insetti meritano la nostra attenzione e potranno essere occasione di sorprendenti scoperte. Tra gli insetti sono particolarmente visibili e attraenti quelli di grandi dimensioni, vivacemente colorati e molto mobili, magari spesso in volo. Rispondono a queste caratteristiche soprattutto le libellule, le farfalle (talune davvero molto belle) e alcuni coleotteri come le cerambici e il cervo volante.

I vertebrati

Nei pressi dei corsi d'acqua e delle pozze d'abbeverata e nei luoghi più umidi è possibile incontrare degli anfibi come la salamandra pezzata (foto nr. 1), il rospo comune (foto nr. 2) e la rana dalmatina (foto nr. 3) e la temporaria; altri anfibi presenti, ma più rari e localizzati sono il tritone crestato (foto nr. 4), l'ululone dal ventre giallo (foto nr. 5) e la raganella (foto nr. 6).

L'incontro con i rettili, da alcuni poco gradito, è abbastanza frequente; un pò ovunque si possono osservare la comunissima lucertola muraiola (foto nr. 7), il ramarro (foto nr. 8) e l'orbettino (foto nr. 9); nelle zone più brulle e assolate è possibile imbattersi nel biacco, la comune biscia nera  (foto nr. 10), mentre presso i torrenti e le pozze è presente la biscia d'acqua (foto nr. 11) e nei boschi il colubro d'Esculapio, il più grande dei nostri serpenti.

La vipera aspis, l'unico velenoso tra i nostri rettili, è presente, ma non costituisce un pericolo per l'escursionista prudente.

L'osservazione degli uccelli, da effettuare possibilmente con un buon binocolo, può essere praticata con soddisfazione un po’ ovunque; conviene appostarsi in luoghi panoramici o posti al confine di ambienti diversi, come una radura nel bosco, le rive dei torrenti o le pareti rocciose.  Ovviamente si dovranno evitare inutili rumori e soprattutto azioni di disturbo nei pressi dei nidi.  Fra le specie di maggior dimensioni e che più facilmente potranno essere osservate e riconosciute anche in volo, ci sono i corvidi come la ghiandaia, la cornacchia grigia e  il corvo imperiale ma anche la gazza, arrivo recente avendo ampliato di pochi anni il suo areale, un tempo limitato alla pianura. Frequente osservare o almeno sentire i rapaci diurni, come il nibbio, la poiana e il gheppio che si mostra spesso mentre, cacciando le lucertole e gli insetti, resta fermo nel cielo facendo lo "spirito santo". Meno facile osservare lo sparviero che caccia piccoli uccelli fra le fronde degli alberi nel bosco ove è però facile imbattersi nelle spiumate, penne e piume strappate alle prede. Altri rapaci passano occasionalmente sui nostri territori, tra essi il falco pecchiaiolo, il biancone e l’aquila, soprattutto giovani in fase erratica. Altri uccelli la cui osservazione (ma anche l’ascolto del canto) può risultare particolarmente interessante sono, il cuculo e i picchi. Sono presenti e facilmente osservabili tre specie: il picchio rosso maggiore, il picchio verde e il picchio nero, il più grande ma meno comune. Interessante anche l’osservazione degli uccelli legati ai corsi d’acqua come il martin pescatore, il merlo acquaiolo e l’airone cenerino. Altro airone comparso di recente nei prati ove stazionano mandrie è l’airone guardabuoi, piccolo e bianco.

I mammiferi presenti sono schivi e quindi poco visibili; è il caso del capriolo, della lepre e della donnolaVolpe, tasso faina sono relativamente diffusi, ma di abitudini prevalentemente notturne; lasciano comunque, anche lungo i sentieri, tracce evidenti della loro presenza. Da alcuni anni sono regolarmente presenti sul territorio anche due ungulati di maggior mole, anch’essi schivi e difficili da vedere: il cinghiale e il cervo.

Nei boschi sono anche presenti molti piccoli roditori come il ghiro, il moscardino e poi  arvicole e topi campagnoli, principali prede dei rapaci notturni come allocco, gufo e civetta. Nei nostri boschi, spesso nascosto dietro un tronco, ci osserva lo scoiattolo che ci guarda passare lungo il sentiero senza farsi notare; se però ci muoviamo piano, in silenzio, fermandoci a lungo per guardarci attorno, possiamo essere noi a sorprenderlo mentre salta di ramo in ramo.

(Giambattista Moroni - versione aggiornata della prima edizione della carta "Itinerari Escursionistici sul Monte Rena e dintorni)

Collegamenti utili
Video documentario sull'avifauna presente sul Monte Rena, a cura di Giovanbatti…
Foto nr. 1 il bosco in autunno: un tappeto di foglie, ricci di castagne e ghiande - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
Foto nr. 2 il versante sud del Monte Rena, ricoperto in gran parte da boschi - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
Foto nr. 3 esempio di edera che soffoca le piante - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
Foto nr. 4 Pungitopo - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
Foto nr. 5 il bosco si sviluppa su un terreno molto roccioso - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
Foto nr. 6 Elleborus Niger, dai bei fiori rosa e bianchi - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
Foto nr. 7 primule - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.

Il bosco

I boschi che coprono il monte Rena sono per la massima parte abbandonati; pochi raccolgono la legna e il fogliame secco che si accatastano disordinatamente sotto gli alberi. Le aree lasciate libere dal prato vengono colonizzate dai rovi e le piante sofferenti sono invase dall’edera. I castagni da frutto sono sostituiti da quelli selvatici. 

Un bosco governato è più vicino ai nostri parametri estetici, ma lo stato di abbandono riguarda gran parte dei boschi italiani.  Negli ultimi 10 anni sul territorio nazionale si è registrato un aumento del 18% delle aree boschive, fenomeno grazie al quale aumenta la capacità di assorbimento della anidride carbonica. La rinaturalizzazione dei boschi richiederà tempo e l’assenza di intervento antropico determinerà l’instaurarsi di un diverso rivestimento vegetale.

Il bosco del Monte Rena, formato quasi esclusivamente da piante decidue, è oggi ricco in essenze diverse, ma il castagno ha una valenza botanica, culturale ed economica che non ha eguali. I suoi frutti e il suo legno hanno rappresentato una fonte di reddito non indifferente sino al secondo dopoguerra. Si trovano alcuni esemplari di grandi dimensioni soprattutto negli appezzamenti di proprietà dove per facilitare la raccolta il terreno sottostante è tenuto ripulito.

Frammisto al castagno si trovano i carpini; in particolare il carpino bianco che, grazie alla sua facilità di formare siepi, è stato utilizzato nel passato per formare la vegetazione dei roccoli. Una caratteristica molto interessante dei carpini è di essere una pianta tartufigena.

In zona si trovano frequentemente frassini di notevoli dimensioni e aceri di specie diverse.

Si trovano anche alcuni pini neri, che portano, purtroppo, nidi di processionaria del pino.

Il paesaggio invernale del bosco è connotato dalle foglie secche ancora attaccate agli alberi di querce che si spogliano del loro fogliame molto tardi rappresentando quindi un pericolo in caso di incendio.

Nelle zone dove la roccia sottostante lascia poco terreno non hanno difficoltà a svilupparsi le betulle che sono piante pioniere, poco esigenti.

Molti ciliegi selvatici, anche di grandi dimensioni, sono frammisti alle altre essenze, tra le quali  aceri di diverse specie. 

Noccioli, sambuchi e qualche raro agrifoglio rappresentano la vegetazione di dimensioni inferiori.

Nel sottobosco, in inverno, si può ammirare la fioritura degli ellebori fra i quali spicca per la sua bellezza l’Elleborus niger che, contrariamente a quanto potrebbe far pensare il suo nome, ha i petali di un candido colore bianco a volte sfumato di rosa. Gli ellebori sono nella lista della flora protetta così come il pungitopo che è stato ed è, oggetto di raccolta indiscriminata dei suoi germogli chiamati impropriamente “asparagi”.

Fra l’erba fioriscono, in questa stagione, anche tappeti di crocus dalla cui tossicità bisogna guardarsi. Più avanti appariranno viole mammole, primule e in estate preziose orchidee.

Lontano dall’essere esaustivi rispetto alla vegetazione presente in zona non possiamo infine che sottolineare come la dinamica post colturale dei boschi del Monte Rena sarà determinata dalle nuove condizioni climatiche ma sicuramente orientata verso un arricchimento in biodiversità.

(Dott.ssa Molinari Marilisa)

Foto nr. 1 la valletta del Cornello - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.

Le vallette ed i corsi d'acqua

lungo i pendii del Monte Rena scorrono diversi corsi d'acqua minori che scavano le vallette che caratterizzano la conformazione del monte e che attraversano in più punti i nostri sentieri.

Interessanti sono anche le conformazioni come il Bus de la Carolina e il Bus de la Cavra

citiamo:

- valle del Cornello

- Valle della Volpana

- valle Brandena con il RIo Gelminello

- valle di Rena

- valle d'Isla

- valle Barchessa

- valle Palazzago

- valle di Camocco

- valle Rovaro