San Fermo e Parco del Giovetto
21/11/2024
Passiamo dalla Valcamonica e saliamo a Borno, superiamo questo bel paese ed arriviamo al Passo Croce di Salven.
Cominciamo a camminare su una strada quasi pianeggiante ai margini del bosco e ci portiamo sopra la Valdiscalve. Una segnaletica ci indica il prosieguo di un sentiero che in 7/8 ore raggiunge Schilpario.
Dopo questo inizio tranquillo, la strada agrosilvopastorale cambia direzione e aumenta la pendenza per raggiungere, con ampi tornanti, la Malga Creisa. In questo vasto spiazzo erboso comincia ad aprirsi uno straordinario panorama verso il massiccio della Presolana.
C'è un sole splendente ed il cielo è limpido, sembra impossibile che si possa formare, nel pomeriggio, la perturbazione prevista dal metereologo.
Si comincia a sentire il freddo invernale e qui, a mezza strada, vediamo che sulle piste sciistiche del Monte Altissimo e, più lontano, sul Monte Pora stanno “sparando” la neve artificiale. La neve vera è solo un leggero velo sulle cime più alte che disegnano in circolo tutto l'orizzonte. C'è visibilità fino ai lontani Appennini.
Dopo la malga comincia la mulattiera un poco più ripida e saliamo, senza soste, fino ad una vecchia Croce di legno che precede di alcuni metri il Passo del Costone, sul sentiero che conosciamo come periplo del Pizzo Camino. E' questo il punto più alto dell'odierna escursione.
Nel frattempo il cielo si è fatto tutto lattigginoso ed il sole è scomparso, l'aria è decisamente fredda, l'orizzonte però è sempre limpido e sulle vette più alte ci sembra di vedere un po' di nevischio.
Percorriamo per un chilometro e mezzo il sentiero del periplo e, in leggera pendenza negativa, arriviamo al Rifugio San Fermo.
Un gruppo di escursionisti bresciani che ci ha preceduto ci lascia libero il tavolo dietro il paravento di vetro: li ringraziamo e li salutiamo.
Mangiamo e ci riscaldano un poco il Vin brulè ed il caffè, ma dobbiamo ripartire presto perché stare fermi, con questa temperatura a cui non siamo ancora abituati, non è piacevole.
Anche la discesa è comoda e bella, un poco su sentiero e molto più a lungo su una carrareccia che attraversa tutto il coloratissimo bosco di pino, larici, faggi, ontani, ecc.
Avremmo conosciuto il nome di più alberi, di quelli che crescono in questo parco, se fossimo passati dalla “biblioteca degli alberi” segnalata a non molta distanza sull'inizio dell'itinerario (sarà per un'altra volta).
Arriviamo di nuovo al Passo Croce di Salven abbastanza presto e i fiocchi di neve sono ancora lontani, cominciano però a vedersi sulla Presolana; sulle cime del M.Coca e Redorta, come dalle parti dell'Adamello, vediamo la tipica foschia già da prima.
Questa insolita escursione, insolita perchè al rifugio S.Fermo siamo saliti altre volte ma facendo un altro percorso, ci ha dato molta soddisfazione per la sua variabilità dei sentieri, per la bellezza dei coloratissimi alberi, per le costruzioni tipiche di montagna che abbiamo incontrato, roccoli, stalle, baite, per finire con il rifugio e la chiesetta di S.Fermo; dello straordinario panorama ne ho già sopra parlato ed a questo si deve aggiungere la sorpresa per i particolari giochi di colore del cielo e degli specchi d'acqua, creati dall'andirivieni della luce solare.
Rosanna
Partecipanti n.7: Armando, Beppe, Franco, Emilio, Marta, Rosanna, Sara.
Rifugio San Fermo
m 940
m 940
Km 13.5
ore 5
m 1092
m 1942
E: (escursionistico)
Traccia gpx del percorso |
Locandina descrittiva del percorso |