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Val d’Ancogno
05/05/2016

  - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
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Dopo alcune escursioni di breve e facile percorrenza, quella di giovedì 5 Maggio è stata una gita più impegnativa per la lunghezza del percorso e il dislivello complessivo (circa 1500 mt).

La gita fatta in compagnia con il gruppo nembrese degli “Escargot”, prevedeva la salita per la Val d’Ancogno chiamata anche “Valle delle marmitte” un angolo poco conosciuto della Valtorta, da molti ritenuta uno dei luoghi naturalisticamente più belli ed intatti delle Prealpi Orobie. La ricchezza di flora, in particolare di specie rare ed endemiche, è straordinaria: la primula del Monte Alben (Primula albensis) ad esempio, raro endemita orobico, è qui particolarmente abbondante sulle rocce dolomitiche presenti lungo il corso del torrente che forma pozze d’acqua cristallina di grande fascino. Il sentiero attraversa boschi di faggio ed abete rosso con scorci di rara bellezza..

La parte alta della valle è chiusa da una maestosa  parete nera a gradoni, che sembra un  canyon dalle cui rocce sgorga acqua che formano fantastiche cascate. Superata la maestosa parete, oltre q.ta 1700 il paesaggio cambia, l’ambiente è decisamente più alpino e sul pascolo ormai privo di neve spuntano i primi Crocus tra estese chiazze bianco-rosa degli ultimi ellebori.

Il gruppo che si era allungato per l’impegnativa prima parte di salita, si ricompatta di nuovo grazie a una sosta presso le Baite Concoli al centro di una grande conca della Val Raisere. L’itinerario prevedeva di raggiungere il passo di Regadur per poi proseguire in quota verso il monte Sodadura, ma vista l’ora si decide di salire per la via più diretta che conduce al passo di Sodadura e in breve alla vetta (m.2011).

Fatte le foto di rito in vetta al sodadura, si scende dal versante opposto verso i Piani di Artavaggio, qui alcuni del gruppo ancora in forze proseguono per seconda meta: Cima Piazzo (m.2057), mentre i più affamati si fermano presso il Rifugio Cazzaniga base di ritrovo per tutti per il pranzo a sacco.

In realtà le due cime raggiunte, la Sodadura da tutta la comitiva, e la Cima Piazzo solo da pochi, non si sono rivelate molto interessanti, ma il paesaggio tutt’intorno è apparso veramente magnifico, con una profondità di campo eccezionale, soprattutto dovuta al sole sbucato dalle nuvole verso mezzogiorno ed il vento, in realtà molto freddo, che scorazzava sui piani di Artavaggio e che ci ha costretto a coprirsi con indumenti ancora invernali.

Paghi e riposati per la sosta di pranzo, siamo partiti per  ritorno con il sentiero CAI 103 tracciato come via d’accesso dai Piani Bassi di Valtorta al rifugio Cazzaniga.

Subito abbiamo la fortuna di ammirare una marmotta che, calma, mangiava a poca distanza da noi lasciandoci anche avvicinare per le foto; terminato il tratto di pascolo la discesa diventa impervia e più impegnativa, l’ambiente selvaggio ci riserva la scoperta di fiori unici, paesaggi alpestri e bellissime cime rocciose. Da ultimo, un folto  gruppo di camosci si è fatto osservare  mentre salivano, allontanandosi dai nostri sguardi, lungo le ripide pareti del canalone nel quale si dipana il sentiero 103.

           Armando

Lunghezza percorso: 16 Km circa - Dislivello tot.: 1350 mt

Escursionisti: (11) Alvaro, Armando, Dario, Efrem Elisabetta, Graziella, Renzo, Mauro, Roberto, Rosanna, Sandro N..